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Gli italiani detestano i pop-up, 1 su 4 usa ad block

Gli italiani detestano i pop-up, 1 su 4 usa ad block

Fonte: Diletta Parlangeli - Wired

IAB Italia stila il libro bianco sul fenomeno dei servizi di blocco della pubblicità online


198 milioni di utenti con un ad blocker attivo (nel mondo) non sono uno scherzo: il tasso di crescita è del 41% sullo stesso periodo dell’anno precedente (Dati PageFair, giugno 2015). L’Italia, per una volta, non fa eccezione: una ricerca di GroupM ha svelato che il 25% della popolazione con più di 18 anni utilizza servizi che bloccano le pubblicità. Teads, insieme a Research Now, ha spiegato che l’80% degli italiani detesta i pop-up.

Questa volta è IAB, l’associazione che raggruppa i più importanti operatori della pubblicità online in Italia ed è il rappresentante italiano dell’Interactive Advertising Bureau, ad aver stilato un libro bianco che definisce le dimensioni, l’impatto e gli sviluppi di un fenomeno ormai chiaro a tutti.

I dati ormai si sprecano: si parla di una crescita di adozione di servizi del 10% su base trimestrale. Il documento di IAB ha tra gli obiettivi la sensibilizzazione degli utenti, per far comprendere l’annoso problema che ruota intorno alla pubblicità online: se correttamente gestita ed erogata, finanzia larga parte dei costi di sviluppo, produzione ed erogazione dei contenuti che vengono fruiti quotidianamente a titolo gratuito in rete.

Da un lato il progetto parla agli utenti, dall’altro a tutti gli operatori del mercato, che saranno invitati a sottoscrivere un Charter of Good Advertising Practices, un impegno di attenzione per fare propri i principi di non invasività della pubblicità online, di chiarezza e ascolto dei consumatori. IAB US Tech Lab ha messo a punto un software che consente a ciascun editore di identificare gli utenti con un ad blocker attivo, per indagarne le ragioni e pensare altre soluzioni. La questione ad blocking infatti sembra sempre più una partita ad armi pari, in cui la negoziazione potrebbe essere l’unica soluzione percorribile. La legge continua a spalleggiare la libera scelta dei consumatori, ed è chiaro che senza un approccio di ascolto reciproco, la battaglia finirebbe per inasprirsi inutilmente.

“Crediamo fortemente che la chiave di volta per contrastare il fenomeno dell’ad blocking – e per favorire la crescita dell’intero settore – sia quella di mettere l’utente al centro di ogni decisione strategica”, ha dichiarato Carlo Noseda, presidente di IAB Italia. Questo “White Paper” è il primo passo per Tavolo di Lavoro sull’ad-blocking di IAB Italia, che sta coinvolgendo altre associazioni del settore per avviare un progetto di ricerca e monitoraggio dell’ad blocking.